Il paesaggio dell’Alto Jonio è caratterizzato in buòna parte dalle fiumare, paradossali corsi d’acqua semi- disseccati per la maggior parte dell’anno, entro i quali sono racchiusi la storia, la geografia e il dramma di questa terra piena di contrasti.
La storia, perché il largo alveo della fiumara ci parla, assieme a indiscusse prove storiche, d’un antico fiume ben più placìdo e maestoso, un tempo addirittura navigabile ma poi distrutto dalla rovina dei monti e delle foreste dell’entroterra. La geografia, perché l’acqua che scorre nel suo letto conosce ogni aspetto singolare di questa terra variopinta, passando in breve e rapida corsa dai freddi boschi di abeti e di faggi alle coste assolate dei fichidindia e dei carrubi.
Ma la fiumara è anche la drammatica testimonianza dell’inesorabile dissesto idrogeologico dell’Appennino meridionale: muta e ridente per buona parte dell’anno essa si trasforma, all’arrivo delle piogge, da pietraia assolata in turbinoso torrente di mota, che con fragore crescente e improvvisi sconvolgimenti strappa terra e vegetazione alla montagna, per portare rovine e disastri nelle sottostanti pianure.
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